Quel fastidioso bruciore intimo: aspetti psicosomatici della cistite

Cos’è la cistite?

La cistite è un’infiammazione acuta o cronica delle vie urinarie molto diffusa, può colpire sia adulti che bambini, di entrambi i generi, anche se in questo articolo avremo in mente pazienti di genere femminile. I principali sintomi della cistite consistono nella presenza di uno stimolo persistente e continuo ad urinare (pollachiuria) e nel bruciore durante la minzione (stranguria). Oltre a questi, possono anche  verificarsi: brividi e freddo, odore e colore delle urine alterato (piuria), presenza di sangue nelle urine (emauria) e un’aumentata sensibilità che può portare ad avvertire dolori al fianco o nell’area genitale.

Esistono diverse tipologie di cistite:

  1. Cistite batterica: lo stato infiammatorio è causato da un’infezione batterica alla mucosa della vescica (spesso gli agenti infettivi arrivano dall’intestino, come ad esempio per l’escherichia coli). Può essere sintomatica, con tutti i disagi e dolori descritti sopra o asintomatica, ovvero è presente un’infezione, ma la persona non avverte la sintomatologia tipica e la si scopre solo da indagini di laboratorio.
  2. Cistite interstiziale: un’infiammazione cronica di origine multifattoriale e sistemica delle pareti della vescica, chiamata anche sindrome della vescica dolorosa. 
  3. Cistite post-coitale: durante la penetrazione possono crearsi delle microlesioni nel tessuto vaginale, all’interno delle quali possono proliferare i batteri, spesso di provenienza fecale. Nell’arco delle successive 24/72h dal rapporto penetrativo, i batteri possono risalire fino all’uretra e vescica dando origine allo stato infiammatorio. 
  4. Cistite da corpo estraneo: l’infiammazione è conseguente alla permanenza in uretra di un corpo estraneo, come può essere un catetere urinario
  5. Cistite dall’esposizione ad alcuni prodotti, quali ad esempio alcuni farmaci chemioterapici, oppure detergenti intimi aggressivi che alterano il ph vaginale 

A seconda della tipologia di cistite e quindi delle caratteristiche dei fattori causali dell’infiammazione, si proporrà alla persona un diverso percorso di cura, che possa prevenire il processo di cronicizzazione. Nel momento in cui si verifica un’infezione batterica, la cura a base antibiotica necessaria potrebbe indebolire la flora batterica intestinale e vaginale. Lo squilibrio generatosi nel microbioma diventa fattore di rischio rispetto a nuove recidive infiammatorie. 

Gli effetti delle cistiti recidivanti o ricorrenti

Le cistiti possono provocare anche disagi emotivi, della sfera sessuale e relazionale, soprattutto nelle forme croniche. Cistiti recidivanti infatti generano non solo dolore fisico, ma aumentano l’ansia rispetto alla possibilità di poter provare dolore: la persona teme di poter provare dolore e questa aspettativa predispone un’iperattivazione del nostro sistema nervoso, che più si prolunga nel tempo, più affatica il soggetto e rende le sue risposte agli eventi via via meno funzionali, costruendo un circolo vizioso. In conseguenza al dolore pelvico cronico possono insorgere sintomatologie depressive, con un forte impatto socio-relazionale: le persone parlando del proprio dolore spesso non si sentono capite, hanno un senso di vulnerabilità aumentato, una visione di sé negativa per l’impossibilità di poter intervenire sul dolore. 

Per incidere sulla qualità di vita della persona che soffre di cistite, bisogna prendersi cura del corpo, fornendo strumenti psicologici di gestione del dolore, ma anche sostenendo i vissuti relazionali del soggetto. Non dimentichiamo che non solo la malattia fisica genera stati mentali ed emotivi di cui è necessario occuparsi, ma gli stessi stati mentali possono essere fattori di rischio per lo sviluppo di alterazioni patologiche del funzionamento fisiologico. 

Aspetti psicosomatici della cistite

Dal punto di vista della psicosomatica classica, in patologie organiche possono venir espresse emozioni per cui la persona vive uno stato di conflittualità.

Quando noi facciamo la pipì ci liberiamo di materiale biologico di scarto e proviamo un senso di alleggerimento e di appagamento. In una prospettiva simbolica potremmo andare ad esplorare il rapporto che la persona intrattiene con i propri vissuti emotivi, indagare se esiste il bisogno e la possibilità di lasciarli andare, oppure se c’è la tendenza a trattenere le proprie emozioni o a trattenersi, a controllarsi, vivendo in modo contraddittorio sia il proprio bisogno di abbandono e sia il bisogno di controllo.

Quando una persona ha bisogno di esercitare un controllo su tutto, sulle proprie emozioni, su di sé o persino sull’altro (in un modo illusorio chiaramente), spesso sta vivendo un profondo senso di minaccia, di vulnerabilità, di impotenza e altrettanto frequentemente può sperimentare un senso di intrusività o invasione da parte degli altri, connesso pertanto a una profonda paura o rabbia.

Queste emozioni generano una sofferenza che “infiamma” il mondo interiore della persona, analogamente a quel corpo che sperimenta stati infiammatori ricorrenti. I vissuti, le credenze su di noi e sugli altri e gli schemi di funzionamento interpersonale si costruiscono nelle relazioni primarie della nostra vita e sono fattori di rischio coinvolti nella genesi di disagi psicologici ma anche delle patologie organiche. 

Un lavoro psicoterapeutico sul proprio senso di vulnerabilità, sul senso di minaccia e invasione, sul bisogno di controllo e sul bisogno di lasciar andare diventa un atto di cura e prevenzione degli aspetti psicosomatici della patologia. 

La cistite post-coitale

L’apparato urinario per contiguità anatomica con i genitali, potrebbe diventare teatro di un conflitto rispetto al tema della sessualità. L’episodio di cistite porta il soggetto all’evitamento dei rapporti sessuali. In psicoterapia si può approfondire il rapporto che la persona ha con la propria sessualità. Aver avuto un’educazione rigida, una difficoltà di rapporto con il proprio corpo e con il tema del desiderio sessuale, vivere una fase di trasformazione di vita (ad esempio post parto, menopausa…) o avere un conflitto relazionale con il proprio partner possono essere fattori di rischio rispetto alla cistite post-coitale. 

In questo genere di cistite sono presenti microlesioni in vagina createsi durante i rapporti sessuali, le quali diventano punti proliferativi per invasioni batteriche. Nel momento in cui ad esempio una donna vive un conflitto con il proprio partner senza la possibilità di affrontarlo in modo diretto nella relazione, può avere una lubrificazione non adeguata durante l’atto penetrativo o avere un ipertono del pavimento pelvico, ovvero una contrattura eccessiva e cronica di quella muscolatura attorno all’area genitale, che rende la penetrazione più difficile e favorisce la nascita di quelle microlesioni vaginali. La sintomatologia fisica potrebbe raccontare di quei vissuti ambivalenti di desiderio e rabbia nei confronti del partner. 

Il senso simbolico della cistite varia a seconda del soggetto che la sperimenta ed è strettamente legato ai vissuti individuali. Affiancare una psicoterapia alle terapie mediche in caso di cistite ricorrenti, significa sostenere la persona nel cambiamento di stile di vita che in qualche modo i sintomi con la loro presenza richiedono

Bibliografia:

  1. Puliatti, Psicosomatica del dolore pelvico femminile, edizioni SEU, Roma, 2009
  2. Pusceddu, Gioco di specchi, Ed.Persiani, Bologna, 2010
  3. Frigoli, Psicosomatica e simbolo. Saggi di Ecobiopsicologia, Armando Editore, Roma, 2010
  4. https://cistite.info/la-cistite-sintomi-cause-e-cure.html
  5. http://www.aicionlus.org/cistite-interstiziale/che-cos