Chi sono io? Adolescenza, cambiamento, fattori di rischio.

A cura della Dott.ssa Laura Romagnoni e Dott.ssa Maria Cristina Frassanito

Si parla spesso di crisi adolescenziale, di problematiche che emergono in questa delicata fase della vita, di difficoltà scolastiche, comportamentali, emotive e così via.

Ma quali sono le basi su cui questi disagi si fondano? Cosa caratterizza questo momento del ciclo evolutivo e lo rende così sensibile?

La pubertà:

Con il termine pubertà si intende la gamma di cambiamenti fisici, che avvengono a partire circa dagli 11 anni, determinando l’uscita dall’infanzia e l’avvio del percorso verso l’età adolescenziale. Si parla di pubertà precoce nei casi in cui questo processo avvenga attorno agli 8 o 9 anni.

Ciò che accade è una trasformazione interna all’organismo e delle caratteristiche fisiche osservabili dall’esterno:

  • Il sistema ormonale ed endocrino si modifica e determina il susseguirsi dei diversi eventi puberali
  • Il sistema circolatorio e quello respiratorio crescono, sostenendo lo sviluppo di maggiore forza e resistenza rispetto all’età infantile
  • Si osserva lo spurt puberale, ovvero l’accelerazione improvvisa nella crescita dello scheletro, seguita da un arresto, che determina l’accrescimento dell’altezza
  • Vi è un aumento e redistribuzione del grasso corporeo e dei muscoli, che implicano una nuova forma fisica, più simile a quella adulta
  • Si osserva infine la maturazione degli organi riproduttivi e dei caratteri sessuali principali e secondari.

I tempi necessari a questi cambiamenti, che si manifestano in modo graduale e continuativo, differiscono a livello individuale e tra individui appartenenti allo stesso genere sessuale.

La preadolescenza:

Le forme del corpo cambiano, i primi brufoli compaiono sul viso, i peli crescono senza preavviso: tutti ricordiamo la sensazione di spaesamento, i dubbi riguardo a ciò che sta accadendo e a come si potrebbe essere in futuro, il tempo trascorso davanti allo specchio domandandosi “cosa penseranno gli altri di me?”. Questo significa che abbiamo vissuto la preadolescenza, ovvero il periodo “ponte” di trasformazione psicologica, relazionale e sociale determinato ed inevitabilmente intrecciato alla precedente pubertà ed alla futura adolescenza. I cambiamenti fisici sono infatti eventi significativi ed emotivamente intensi, che investono diverse aree del funzionamento psicologico di ognuno. Dal punto di vista individuale hanno una ricaduta sulla percezione di sé, sulla propria identità, sull’autostima. Riguardo l’area relazionale, hanno una rilevanza in termini di popolarità, di status sociale, di ruolo nel gruppo dei pari e sul modo in cui il ragazzo si pone nei confronti degli altri.

Se lungo l’intero arco di vita  la sfera emozionale affettiva riveste notevole importanza, in particolar modo in questa fase di sviluppo essa diviene maggiormente rilevante. E’ in tale periodo infatti che l’individuo si prepara a sperimentare  le “giuste distanze” dal nucleo familiare in cui è cresciuto e all’interno del quale si è formato, per dare luce a ciò che sarà il suo divenire nel mondo esterno. Il ragazzo si predispone ad osservare ed apprendere ciò che troverà nella sua quotidianità, al di fuori delle mura domestiche, al fine di delineare e definire il suo mondo interno e poter entrare in relazione con ciò che lo circonda.

I preadolescenti iniziano a definire le proprie scelte di vita in ambito sociale e personale e per tale motivo è molto importante che essi abbiano cognizione della propria emotività, imparino ad autoregolarsi e siano in grado conoscere ed interagire con l’altrui mondo emotivo, al fine di sentirsi preparati e liberi nelle relazioni interpersonali sia intime che sociali, riconoscendo anche i casi in cui le circostanze possano rappresentare una minaccia per sé e gli altri.

Adolescenza:

La letteratura scientifica è ricca di produzioni riguardo questa fase del ciclo di vita e diversi studiosi concordano nel ritenere che essa comporti una serie di compiti evolutivi specifici che il ragazzo si trova ad affrontare e a dover superare per poter attraversare con successo la transizione dall’infanzia all’adolescenza.

In primo luogo si è rivelata centrale la capacità di ristrutturare la percezione della propria identità corporea perturbata, come abbiamo detto precedentemente, dalla pubertà. Ne consegue un secondo compito, legato allo sviluppo e al consolidamento delle condotte legate alla sfera della sessualità, tale per cui l’adolescente sperimenta una naturale spinta evolutiva di tipo esplorativo, dettata da fattori ormonali e psicologici. Tali trasformazioni sostengono il terzo compito evolutivo dell’adolescente, che investe sulla propria autonomia e sull’apertura verso la società e il mondo dei pari, con i quali inizierà a confrontarsi e rispecchiarsi, avendo già iniziato, nella fase di sviluppo precedente, a sperimentare la separazione dalla protezione del nucleo familiare.

Fattori di rischio tipici dell’adolescenza:

I fattori di rischio riguardano le caratteristiche personali e ambientali che possono facilitare l’attuazione di comportamenti pericolosi o l’insorgenza di particolari difficoltà nell’adolescente e comprendono diverse aree di vita:

  • Fattori famigliari: la famiglia può essere disordinata, senza confini precisi, aggressiva e violenta, invalidante, eccessivamente intrusiva o, al contrario, trascurante.
  • Fattori individuali: possono essere legati a problemi nelle precedenti fasi di vita, che hanno comportato difficoltà nello sviluppo di abilità sociali adeguate, di un sufficiente livello di autostima, di efficaci abilità di coping e problem solving.
  • Fattori contestuali: fragilità socio culturale, importanti difficoltà economiche, isolamento sociale, vicinanza a gruppi devianti

E’ importante sottolineare quanto un unico fattore di rischio non possa condurre all’insorgenza di problematiche specifiche, ma sia da considerare come una variabile che può potrebbe intrecciarsi ad altre, esponendo il ragazzo a un maggiore rischio.

Inoltre l’adolescente porta con sé anche un bagaglio contrapposto costituito dai fattori di protezione, che fungono da variabili preventive e risorse sulle quali è importante puntare per sostenere adeguatamente il ragazzo.

Alla luce di quanto esposto risulta essere fondamentale che i ragazzi ricevano un’educazione scolastica che possa basarsi sul potenziamento delle capacità cognitive e delle abilità appartenenti alla sfera emotiva, affettiva e socio-relazionale cosicché essi possano avere un “bagaglio di strumenti indispensabili” per realizzarsi come individui adulti, capaci di orientarsi e compiere le proprie scelte nel rispetto reciproco.

Conclusione:

Possiamo ora comprendere quale sia la complessità di questa fase del ciclo di vita, la portata emotiva dei cambiamenti psicofisici e delle sfide che l’adolescente incontra sul proprio cammino in seguito alla pubertà. Potremmo dire che sia un momento in cui “i nodi vengono al pettine”: difficoltà non considerate nel corso delle fasi precedenti possono ora emergere con maggiore forza, scontrandosi con i compiti evolutivi tipici dell’adolescenza e i cambiamenti sottostanti.

Questo non comporta il fatto che essa venga vista come una fase vulnerabile di cui avere timore, in quanto potrebbe essere invece un’occasione in cui valorizzare i fattori protettivi, rinforzando la creatività e i nuovi spunti che i cambiamenti portano con sé.

Proprio per l’importanza che la famiglia ricopre nello sviluppo dell’adolescente, verrà pubblicato un secondo articolo di approfondimento sulla famiglia come fattore protettivo e sul positivo ruolo dei genitori.